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20 aprile 2020 - mangiamonaturalmente

Il ruolo del Nutrizionista nella fase 2 del Covid-19

Ci avviamo, speriamo rapidamente, verso una graduale e prudente ripresa delle attività lavorative e della circolazione delle persone, per entrare in quella che molti chiamano la fase 2, ovvero quella di convenza con il nuovo coronavirus (SARS-CoV2 o più semplicemente nCoV). Durante questo delicatissimo periodo non avremo a disposizione cure altamente efficaci e specifiche né un vaccino, dovremo quindi adottare misure di prevenzione e protezione per evitare la ripresa esponenziale dei contagi. Se è ovvio che gli strumenti principali saranno igiene della mani, mascherine, guanti e altri Dispositivi di Protezione Individuale, è altrettanto vero che l’unico veramente in grado di prevenire e fronteggiare i virus è il nostro sistema immunitario, perciò averne cura anche attraverso l’alimentazione è una strategia vincente.

Purtroppo i dati scientifici che abbiamo a disposizione sul nCoV sono ancora troppo pochi per aver certezze assolute, soprattutto perché abbiamo avuto poco tempo per studiarlo e, giustamente, la maggior parte degli studi sono concentrati su aspetti epidemiologici, clinici e terapeutici, ma non di prevenzione. Cerchiamo però di estrapolare comunque delle informazioni utili dalla letteratura scientifica.

È ormai chiaro che l’età e le condizioni di salute aumentano il rischio, non tanto di contrarre il Covid-19, quanti di aggravarne il decorso, aumentare il rischio di ospedalizzazione, la necessità di trattamenti intensivi e di raggiungere un esito fatale. Vediamo tre condizioni che riguardano l’ambito nutrizionale e che possono influire sul decorso del Covid-19:

  1. obesità e sovrappeso
  2. diabete
  3. disbiosi intestinale

Obesità e sovrappeso

Secondo INARC (Intensive Care Audit & Reserarch Centre)1, oltre il 70% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva in Gran Bretagna, sono obesi o sovrappeso, come pure più del 75% di chi non ce l’ha fatta. Analogamente, un editoriale pubblicato sul periodico scientifico Obesity2, afferma che la maggiore letalità del nCoV in Europa e USA sia proprio legata alla prevalenza dell’obesità nei Paesi occidentali, alle patologie ad essa correlate e, probailmente, anche alle relative problematiche psico-sociali. Alla medesima conclusione arriva un lavoro pubblicato su JAMA3, che fa il punto della situazione sulla maggiore mortalità del nCoV in Italia, rispetto alla Cina, legandola alla più alta pecentuale di persone anziane obese o sovrappeso, anche se queste condizioni non vengono menzionate nei report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)4.

Diabete

Le persone diabetiche, in generale, sono maggiormente esposte alle infezioni respiratorie, sia virali che batteriche e lo si è visto in particolare con H1N1, SARS e MERS. Anche la pandemia da nCoV dimostra effetti simili, infatti in un recente studio5 si evidenzia che la mortalità dei pazienti diabetici è circa il triplo rispetto alla popoalzione generale e in Italia il dibete è stato rilevato in circa il 20% dei nCoV positivi4.

Disbiosi intestinale

Nella metà delle persone con Covid-19 è stato rilevato nCoV nelle feci, il che spiega i casi di sintomi gastrointestinali e ci fa ipotizzare un ruolo dell’intestino nello sviluppo della malattia, anche perché i recettori per il virus sono presenti in maniera massiccia nel colon6, che potrebbe quindi rivelarsi una delle “porte di accesso” principali al nostro organismo. Inoltre le persone con patologie croniche infiammatorie intestinali hanno un maggior livello di infiammazione generale, che fa aggravare l’infezione da nCoV, tant’è che alcuni dei farmaci utilizzati per mitigare la sintomatologia sono gli stessi impiegati per trattare normalmente questo tipo di patologie autoimmuni. Inoltre uno studio attualmente in corso, partendo dall’osservazione che molti dei pazienti nCoV positivi presentano un’alterazione della flora batterica intestinale, simile a quella osservata nella diarrea da antibiotico, sta sperimentando con buoni risultati preliminari il trapianto di microbiota da pazienti sani, osservando un miglioramento sia dei sintomi gastrointesticnali che respiratori7 del nCov.

In tutti questi contesti il sistema immunitario ha un ruolo cruciale, infatti dieta sbilanciata, scarso controllo glicemico, stato infiammatorio e minore efficienza del sistema immunitario sono strettamente legati fra loro.

Ma allora come prenderci cura del nostro sistema immunitario per prevenire le infezioni in questo specifico momento? Il primo provvedimento è sicuramente assicurarci un adeguato apporto di proteine (necessarie alla primissima risposta immunitaria), pi è necessario controllare la quantità di zuccheri e carboidrati (per evitare gli sbalzi glicemici, che sono legati all’aumento del cortisolo che ha un effetto immunosoppressore) ed infine garantire, attraverso alimentazione ed eventualmente integrazione, il fabbisogno di micronutrienti, ad esempio vitamina C, D, minerali come zinco e selenio, che presi singolarmante sono poco utili, ma nell’ambito di alimentazione bilanciata, sono importanti per il buon funzionamento del sistema immunitario, la riduzione dell’infiammazione e stanno dimostrando una certa efficacia anche nel contrasto del Covid-195. Ultimo, ma non certamente per importanza, laddove ce ne sia bisogno è fondamentale l’uso di probiotici ed olii essenziali mirati, per favorire un rapido e duraturo riequilibrio del microbiota, oltre al ripristino dell’integrità della mucosa intestinale: dove prosperano i nostri batteri “buoni”, non ci sono risorse e spazio per batteri e virus “cattivi”.

Quindi, mai come in questo periodo, soprattutto in vista di una maggior possibilità di essere esposti al nCoV (durante la fase 2), risulta importante rafforzare il nostro organismo per migliorare da subito la nostra alimentazione, rivolgendosi ad un Nutrizionista, in maniera personalizzata e specifica a seconda delle proprie condizioni e migliorare la prevenzione e protezione verso questo ed altri virus. Altrettanto cruciale è evitare il fai-da-te e soluzioni non basate su evidenze scientifiche serie.


Bibliografia

1. ICNARC report on COVID-19 in critical care 17 April 2020.
2. COVID 19 and the Patient with Obesity - The Editors Speak Out. Ryan DH, Ravussin E, Heymsfield S Obesity (Silver Spring). 2020 Apr 1.
3. Obesity and its Implications for COVID-19 Mortality. Dietz W, Santos-Burgoa C. Obesity (Silver Spring). 2020 Apr 1. [Epub ahead of print]
4. Case-Fatality Rate and Characteristics of Patients Dying in Relation to COVID-19 in Italy. Onder G, Rezza G, Brusaferro S. JAMA. 2020 Mar 23. [Epub ahead of print]
5. Considerations for Patients with Diabetes in Times of COVID-19 Epidemic. Gupta R et al. Diabetes Metab Syndr. 2020 Mar 10;14(3):211-212.
6. Are patients with inflammatory bowel disease at increased risk for Covid-19 infection? Monteleone G, Ardizzone S. J Crohns Colitis. 2020 Mar 26.
7. https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04251767?term=microbiota+transplantation&cond=2019nCoV&draw=2&rank=1

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